Campo di Fossoli, Carpi – Visita ed informazioni

Visitare il campo di concentramento/transito di Fossoli,

è un’esperienza emozionale pazzesca. Ciò che vedrete e che vi verrà raccontato, lascerà un velo di tristezza, sgomento, rabbia, frustrazione e vuoto incolmabile.

Ciò nonostante, ritengo che sia doveroso se non obbligatorio per tutti noi vedere questi luoghi e cercare di calarsi in quello che doveva essere la vita al campo. Perchè ciò non capiti mai più, per tener viva la memoria, per opporsi al negazionismo che comunque a volte ancora ci circonda.

La visita è sempre guidata. In questo caso ho seguito Nadia e Biagio, collaboratori della Fondazione Fossoli, che oggigiorno gestisce il tutto. Inutile dire che siano stati bravissimi e coinvolgenti.

Campo di Fossoli – Visita

campo di fossoli - carpi

La visita comincia, in ordine cronologico proprio dal campo di concentramento e transito di Fossoli di Carpi e finisce al Museo Monumento al Deportati di Carpi – ne parlo qui:

Visita al Museo del Deportato di Carpi

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Cercherò di essere sintetica per non annoiarvi, ma le cose da dire sarebbero davvero tante, sia a livello storico che riguardo alle emozioni provate.

Quando nasce il campo di Fossoli?

Nel 1942.  Il campo viene costruito dall’esercito italiano come ‘campo per prigionieri di guerra’. Arriveranno soldati inglesi provenienti da varie nazioni.

Se nasce come campo per prigionieri di guerra perchè poi diventa una campo di concentramento/transito?

Per motivi politici e bellici avvenuti in questa successione:

25 luglio 1943. Mussolini viene destituito dal Re ed il governo dell’Italia viene affidato al generale Badoglio. Essendo la guerra ormai persa, viene firmato un armistizio con gli alleati anglo-americani.

08 settembre 1943. La notizia della ‘resa’ dell’Italia viene diffusa per radio. Le truppe tedesche non perdono tempo ed occupano il territorio italiano, arrestando tutti i militari italiani, considerati traditori ed internandoli come IMI (internati militari italiani).

Il campo di Fossoli viene circondato dai carri armati già la sera stessa.

Per quale motivo fu scelto Fossoli tra i diversi ( 🙁 ) campi presenti in Italia?

Per la sua posizione strategica, vicino a ferrovie e altre vie di comunicazione, perchè centrale per l’Italia, perchè in pianura e circondato da campi (molto difficile scappare e molto facile da controllare), perchè era già pronto.

campo di fossoli primo levi poesia

Poesia scritta da Primo Levi durante la permanenza al campo

Quanti furono i prigionieri che passarono dal campo di Fossoli?

Oltre 5000 persone, suddivise tra ebrei e oppositori politici più o meno in egual misura. Anche Primo Levi fu detenuto qui. Arrestato a Torino come oppositore politico, una volta giunto a Fossoli decise di dichiararsi ingenuamente ebreo, pensando che fra le due ‘colpe’ fosse la meno grave.

Il 22 febbraio fu deportato ad Auschwitz. Noi lo conosciamo principalmente per il suo toccante libro ‘Se questo è un uomo’.

Cosa succedeva quando i prigionieri arrivavano al campo?

Gli veniva dato un numero e gli venivano rasati i capelli e la barba. Non veniva data la divisa, perchè era solo un campo di transito.

Com’era organizzato/suddiviso il campo di Fossoli?

Il campo di Fossoli era diviso in 3 settori: uno riservato agli ebrei, uno agli oppositori politici, mentre nell’ultimo settore risiedeva la gendarmeria. C’era la scuderia, un’infermeria, la cucina e gli alloggi delle guardie.

campo di fossoli mappa

Era doppiamente recintato da filo spinato, vi erano torrette d’avvistamento in mattoni ed in legno con guardie rivolte verso l’interno.

Altre recinzioni erano poste all’interno del campo, a separazioni dei due tipi di prigionieri.

L’appello veniva fatto 2 volte al giorno in un’area di raduno adibita a quello.

Come si viveva all’interno del campo?

Alcune testimonianze raccontano che al campo di Fossoli non si stava poi così male. In realtà bisogna analizzare e contestualizzare queste affermazioni. Chi arrivava a Fossoli ne aveva viste di peggiori. Spesso gli oppositori politici arrivavano da interrogatori sotto tortura, isolamenti, pestaggi e quant’altro.

Fossoli significava la fine di certi orrori, non si facevano lavori forzati, c’era la possibilità di socializzare ed il cibo permetteva per lo meno la sopravvivenza.

E’ possibile vedere una baracca ancora arredata come allora?

Vi è una sola baracca recuperata, che rende l’idea degli spazi. All’interno, un bellissimo plastico di tutto il campo ed in particolare è ricostruito il dormitorio (nel plastico). Al centro della stanza vi era una stufa a legna. La baracca era divisa in due unità con al centro i bagni.

Quindi al campo di Fossoli si era al sicuro? Non si poteva morire?

No, non si era al sicuro e la gente viveva nell’incertezza di ciò che sarebbe accaduto poi.

Purtroppo si poteva morire, anche molto facilmente.

Un internato ebreo fu freddato da un colpo di pistola per non essere stato tempestivo nel presentarsi ad uno dei due appelli giornalieri. Era il 1 maggio del 1944.

Un mese dopo un oppositore politico, fu prelevato con la scusa di un interrogatorio a Verona ed invece fu fucilato a pochi km dal campo.

museo deportato carpi

Museo Monumento al Deportato di Carpi – in ricordo dell’eccidio

Ma l’eccidio dei 67 martiri di Fossoli è quello che più è rimasto impresso.

Si trattava di oppositori politici.

Ancora non si sa bene la motivazione, anche se dalle testimonianze sembra che siano stati uccisi perchè in contatto con i partigiani. Era il 12 luglio. Furono portati al poligono di tiro di Cibeno di Carpi e fucilati. Ufficialmente per rappresaglia, ma il fatto che la cosa sia stata tenuta nascosta fa pensare che la motivazione fosse un’altra.

Fino a quando il campo di Fossoli rimase in funzione?

Fino al 2 agosto 1944. Gli alleati stavano avanzando velocemente ed il luogo non fu più ritenuto sicuro. Il campo venne chiuso dai tedeschi e trasferito verso Bolzano, i prigionieri deportati.

Cosa ne fu poi di quell’area?

In tappe cronologiche ecco cosa è successo.

Da agosto a novembre 1944. Utilizzato dai tedeschi come centro di raccolta di lavoratori coatti da inviare in Germania. Successivamente abbandonato.

Ago 1945 – mag 1947. Raccolta stranieri indesiderabili. Riaperto dagli americani, qui vi erano radunati coloro che avevano perso i documenti, ex sostenitori del regime, ebrei scampati ai campi ma senza documenti, prostitute etc…un melting-pot davvero esplosivo, la cui convivenza era praticamente impossibile.

Da maggio del 1947 fino al 1952 il centro viene utilizzato per i bambini abbandonati ed orfani di guerra. Diventa una comunità, quella di Nomadelfia, presente anche ai giorni nostri nel grossetano.

Dal 1954 al 1970 invece qui nasce il villaggio San Marco, che accoglie i profughi giuliano-dalmati.

Era un vero e proprio paese con scuola, ufficio postale, fabbriche ed una chiesa (dove un tempo vi era la cucina del campo).

Rimasto abbandonato per lungo tempo, dal 1984 il campo è di proprietà del Comune di Carpi. Attualmente è gestito dalla Fondazione ex Campo Fossoli, la quale non ha scopo di lucro, ma solo quello di divulgazione dei fatti avvenuti all’interno dell’area, in modo che non si perda la memoria degli orrori che alcuni uomini, donne e bambini hanno dovuto vivere.

campo di transito fossolicampo di fossoli orari e giorni di apertura

Aperto tutto l’anno domenica e festivi

dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30 (ora solare)

dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00 (ora legale)

Gli altri giorni su prenotazione per gruppi.

Sincerarsi relativamente alle aperture estive e durante il mese di gennaio.

Le visite guidate sono prenotabili telefonando direttamente alla Fondazione dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 al n. 059/688483 o scrivendo una e-mail a fondazione.fossoli@carpidiem.it

In alternativa, potete prenotarvi qui: www.fondazionefossoli.org/it/visite

Il campo si trova in Via Remesina Esterna, 32 ed è ben raggiungibile impostando il navigatore.

Grazie ancora a Nadia e Biagio per le loro spiegazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3 Comments

  1. sandra chiappa ha detto:

    non conoscevo questa realtà e in questi giorni in cui si ricordano le brutture dei campi di concentramento è stata una lettura interessante. Io non credo che avrò mai il coraggio di visitarne uno.

    • Laura ha detto:

      Questo diciamo che è solo una assaggio…io invece vorrei andare ad Auschwitz…ma non so se riuscirò a reggere le emozioni…sono troppo potenti, ti colpiscono come una lama…però lo farò comunque, o almeno ci proverò. Grazie per il tuo commento e per aver scritto le tue sensazioni.

    • ILDEBRANDO ha detto:

      Gentile sig.ra o sig.na Chiappa, spiace sentire che non avra’ mai il coraggio di visitare un campo di concentramento, non sa quanto sia importante sapere e tener viva la memoria di cio’ che e’ stato e NON DOVRA’ MAI PIU’ ESSERE!!!

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