Romagna alternativa: itinerario tra borghi, castelli e sagre gastronomiche!
La Romagna è da sempre conosciuta per le sue spiagge,
spesso affollate, per gli stabilimenti balneari, ormai in grado di soddisfare anche i capricci più imprevedibili dei suoi clienti, nonché come luogo di divertimento di giovani e meno giovani che da tutta Italia,
(ed ora piu’ che mai anche dall’estero) arrivano qui, per poter ballare nei bagni più fashion e nelle discoteche più famose.
Ma dietro questa prima e superficiale considerazione, si nasconde un territorio che ha molto più da offrire.
Patrimoni storici e culturali, panorami mozzafiato, leggende ed una tradizione culinaria molto radicata costituiscono la vera ricchezza di questa regione.
In questo post, mi voglio soffermare su questi aspetti, intrecciando eventi storici a tradizioni gastronomiche celebrate da sagre diventate famose e ricercate da buongustai di tutta Italia.
Prima di tutto però, sapete che mi piace dare qualche notizia pratica.
Dove dormire in Romagna
Anche se l’entroterra è sicuramente un luogo suggestivo, io amo il mare e non mi farei sfuggire l’occasione di associare storia e cultura a relax e/o divertimento, quindi perchè non approfittarne e scegliere tra i migliori hotel di Riccione? La proposta è vasta e di ottimo livello. Tra l’altro Riccione è una località di mare viva tutto l’anno, quindi non c’è assolutamente il rischio di annoiarsi.
Come raggiungere la Romagna
Dal nord e centro Italia sicuramente il mezzo più comodo è la macchina, quindi dovrete prendere l’autostrada A14 ed uscire a Rimini Sud e poi prendere per Repubblica San Marino.
Per chi arriva da più lontano e magari decide di prendere l’aereo, Ryanair collega l’aeroporto di Bologna al sud Italia ed alla Sicilia, con voli a basso prezzo. Da Bologna potete noleggiare un’auto per raggiungere in circa un’ora la Romagna. Io in genere consiglio il sito www.rentalcars.com
Cosa vedere in Romagna
I suoi borghi medievali ed i suoi castelli più belli
Partiamo con il nostro percorso dal paese di Verucchio.
Ci troviamo nell’entroterra riminese a circa una ventina di km. dalla città ed a 300 mt s.l.m. Da scavi e studi anche recenti, si è scoperto che già 3000 anni fa qui vi erano insediamenti civili.
Prima assoggettata all’Impero Romano, passò, dopo un periodo di decadenza, sotto la Signoria dei Malatesta, i quali riuscirono a dare nuovo vigore alla città.
La Rocca Malatestiana è sicuramente l’edificio più importante ed imponente di Verucchio.
Qui si dice (ed anche Dante ne parla nella Divina Commedia), si sia consumato l’amore fra Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, sposata al di lui fratello.
Pare che la lettura di un libro (che trattava la storia tra Ginevra e Lancillotto) abbia scatenato un fortissimo sentimento fra i due i quali, colti sul fatto proprio dal fratello Giangiotto, furono per sua mano uccisi.
Non si è sicuri che ciò sia avvenuto fra queste mura, in quanto nulla lo prova, di conseguenza altri manieri ne reclamano la potestà, primo fra tutti il Castello di Gradara.
La Rocca risale al XII sec. d.C., ma nei secoli successivi venne ampliata diverse volte e rimodellata. Sotto il regno dei Malatesta conquistò maggior importanza ed imponenza, visto anche la posizione strategica in cui si trova. Di interesse storico sono il borgo medievale, ottimamente conservato, le segrete, la Sala Grande ed il Mastio, dal quale si può godere di una vista superba su tutta la Valmarecchia. Durante la stagione estiva vengono organizzate anche visite serali.
Per maggiori informazioni potete contattare il seguente numero di telefono: 0541/670552
Procediamo il nostro viaggio in direzione Santarcangelo di Romagna, ad appena 9 km. di distanza.
Il paese è davvero molto grazioso, il suo borgo storico ben conservato. La Piazza principale è dedicata a Lorenzo Ganganelli, eletto Papa nel 1769 con il nome di Pio XIV.
Anche qui, la Rocca Malatestiana domina il centro abitato. E’ stata voluta da Sigismondo Malatesta e risale alla metà del XV secolo.
Santarcangelo sorge sul Monte Giove, un colle tufaceo che presenta moltissime grotte…se ne contano oltre un centinaio. In realta’ e’ sbagliato chiamarle grotte, perche’ sono creazione dell’uomo. Il termine piu’ corretto e’ ipogei. E non sono tufacee (roccia esclusivamente vulcanica) perche’ scavate nell’arenaria.
L’origine delle stesse e’ poco nota ed anche qui leggende popolari si intrecciano con la realta’.
Le ipotesi piu’ accreditate sono che fungessero da deposito alimentare, anzi, che qui fosse conservato il vino e’ certo, ma non si esclude che fossero utilizzate come luogo di preghiera o sepoltura.
Durante la Seconda Guerra Mondiale vennero utilizzate come rifugio per la popolazione.
Attualmente e’ in atto un progetto di rivalutazione che permetterà di riutilizzarle per il loro principale uso ed in breve tempo entreranno a fare parte del circuito eno-gastronomico della zona.
Le grotte si raggiungono facilmente dal centro del paese ed alcune sono aperte al pubblico. Per prenotare una visita potete rivolgervi a iat@comune.santarcangelo.rn.it
E’ importante segnalare che, dalle ore 18 del giorno 7 novembre fino alla sera dell’11 ci sarà la Fiera di San Martino, uno degli eventi annuali più importanti della cittadina.
Qui potrete gustare piatti della tradizione culinaria locale e non, prima fra tutti l’appetitosissima piadina salsiccia e cipolle (naturalmente quelle tipiche di Santarcangelo!!).
Ma vi sarà divertimento anche per i più piccini, con il Luna Park e la Sagra dei Cantastorie (che si terrà il giorno 11 novembre).
Rimanendo sempre in zona, non ci si può esimere dalla visita del Castello di Montebello di Torriana.
Le prime notizie riguardanti il maniero si hanno alla fine del XII sec. d.C. E’ passato dai Malatesta allo Stato Pontificio per finire in mano ai Conti Guidi di Bagno nel 1464 i quali ne sono tuttora proprietari.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale i conti hanno restaurato la proprieta’, danneggiata dai bombardamenti e, nel 1989, l’hanno aperta al pubblico.
Il castello, oltre ad essere Patrimonio Nazionale per il suo altissimo valore storico, e’ conosciuto ai piu’ per la leggenda della piccola Azzurrina.
La bimba, figlia del feudatario del castello, spari’ misteriosamente il 21 giugno del 1375 nel nevaio del maniero. Il suo nome era Guendalina, ma ci sono teorie che ritengono il vero nome Adele o Delia, in quanto il nome Guendalina si diffuse in Italia solo molti secoli dopo.
In tutti i casi si pensa che la bimba fosse albina e che i genitori, per nascondere la sua diversita’ le tingessero i capelli. Questa la causa dei riflessi azzurri di cui parla il manoscritto di un parroco risalente al XVII sec. d.C.
E’ abbastanza probabile che la bambina sia stata uccisa e si dice che il suo fantasma risieda ancora nel castello. Medium, televisioni e parapsicologi hanno provato a carpire i suoni ed i rumori che si dice provengano dalla sua presenza.
Durante la stagione estiva le visite sono fatte anche in notturna (apertura straordinaria serale per Halloween, ma solo per i più coraggiosi!) ed alla fine della stessa potrete ascoltare il nastro con le registrazioni ed esprimere i vostri giudizi.
Ora il nostro percorso ci porta alla scoperta del piccolo paese di Sant’Agata Feltria, sempre in Valmarecchia.
Il paese presenta un bel centro storico, ben conservato e diversi monumenti religiosi di interesse, tra i quali, per citarne alcuni, il Convento e la Chiesa di San Girolamo e la Collegiata di Sant’Agata
Tra monumenti civili, spicca Palazzo Fregoso, mentre la Rocca Fregoso è il simbolo della città.
La parte più antica risale al XII sec. d.C., ma successivamente venne ampliata ed abbellita, divenendo residenza della famiglia Fregoso (è nata come edificio difensivo).
Ma ciò che rende davvero famoso il paese di Sant’Agata è la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco, che si tiene annualmente tutte le domeniche di ottobre.
Penso che il prossimo anno non mi perderò questa manifestazione, che racchiude insieme, folklore, tradizione, storia e ottima cucina!
Il paese mette a disposizione anche alcune aree per sosta camper.
A soli 6 km di distanza merita una sosta il piccolo borgo di Petrella Guidi.
E’ rimasto quasi immutato nel corso dei secoli e sembra davvero di tornare indietro di 800 anni.
Le case del borgo sono altissime, sorgono attorno al castello duecentesco e sono protette da una cinta muraria praticamente intatta. Anche qui i Malatestahanno lasciato segni del loro passaggio, anche se il maniero appartenne alla Chiesa dalla metà del XV secolo.
Durante il primo week end di agosto (informatevi sul loro sito per conferma) si tiene da da 6 edizioni, la manifestazione storica ‘El temp ad prima’, dove vengono rievocate le usanze medievali, per divertirsi e fare un salto nel passato con menestrelli e giullari, tra antichi mestieri e sbandieratori.
Un’occasione unica e coinvolgente per tutta la famiglia.
Ora ci dirigiamo alla volta di San Leo. Il suo antico nome è Montefeltro, ed è noto a molti per aver ospitato nella sua fortezza il Conte di Cagliostro, il cui nome era in realtà Giuseppe Balsamo.
Quest’uomo, sicuramente carismatico ed interessante, era di base un ciarlatano, definito dalla Chiesa eretico, di certo un massone.
La sua vita e la sua curiosità per l’occulto l’hanno portato in giro per tutta Europa, spacciandosi per alchimista e medico, addirittura arrivando a dire di saper tramutare il piombo in oro.
Imprigionato nel 1791, passò gli ultimi 4 anni della sua vita nel cosiddetto ‘pozzetto’, una cella senza finestre esterne, con solo una piccola feritoia sul tetto da dove gli veniva passato il cibo.
Il suo corpo non ricevette l’estrema unzione, di conseguenza gli fu negata la sepoltura cristiana.
La fortezza di San Leo, una delle più belle ed imponenti di tutta Italia, sorge in posizione strategica, quasi inespugnabile, e proprio per questo motivo fu contesa per secoli tra i Montefeltro e lo Stato Pontificio.
Ne parlo approfonditamente qui:
Un’altra località interessante quando si tratta di sagre e fiere è Mondaino.
Ci avviciniamo quindi alla costa.
‘Fossa Tartufo e Cerere’ si svolgerà il 15 ed il 22 novembre 2020. Durante queste giornate si potranno gustare i prodotti del territorio, come vini, mieli, formaggi (in primis quello di fossa) ed il re della festa, il tartufo bianco. Sarà possibile acquistare prodotti ed anche degustarli dai produttori locali. Artigiani di zona mostreranno i loro mestieri e, grazie al gemellaggio con la Val di Fiemme, avrete la possibilità di incontrare anche i sapori trentini.
Ma se decidete di partecipare, dedicate anche una visita al paese, perchè è davvero molto grazioso. La Rocca Malatestiana e’ ormai una comune di tutti i paesi visitati.
Qui Sigismondo Malatesta l’ha dotata di merli ghibellini. Splendida la terrazza, dalla quale si gode un’ottima vista. Anche a Mondaino vi e’ un mistero rimasto irrisolto, ossia la scomparsa del poeta mantovano Giovanni Muzzarelli, governatore della rocca nei primi anni del ‘500.
Si dice che sia stato assassinato dai compaesani invidiosi della sua posizione sociale. Gettato in un pozzo, agonizzante, giurò vendetta per l’ingiustizia subita.
Altra teoria è il suo assassinio per mano di un marito tradito.
In tutti i casi, sembra che il suo fantasma viva ancora all’interno del Castello.
Oggi la Rocca e’ sede del Municipio e del Museo Paleontologico, aperto anche durante la Sagra del Tartufo di cui ho parlato prima.
Anche Piazza Maggiore e Via Roma (chiamate dai locali la ‘Padella’), sono da vedere, anche perche’ sono a fianco del castello.
Tra gli eventi, da citare l’importante ‘Palio del Daino’. Si svolge per 4 giorni dopo Ferragosto, ed e’ un’occasione unica per visitare luoghi in altro modo inaccessibili, oltre a quello di partecipare a rievocazioni storiche in costumi medievali.
Il nostro viaggio finisce qui.
Abbiamo scoperto una Romagna diversa, alternativa, a tratti misteriosa, abbiamo visto castelli ricchi di fascino e storia, abbiamo parlato di personaggi storici emblematici e potenti.
Alla fine di tutto però, abbiamo riscoperto le grandi tradizioni culinarie di questa regione, alle quali, garantisco, nessuno sa resistere.
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