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Il Teatro Anatomico di Modena ed altre meraviglie

La visita al Teatro Anatomico di Modena,

viene proposta assieme a quella della Farmacia Storica ed alla chiesa di Sant’Agostino, alle porte del centro della città.
E’ l’associazione AGO che si occupa delle visite guidate le quali, ci saranno gratuitamente almeno fino a fine estate.

Ecco quando andare:

ogni venerdì alle ore 15,30

sabato e domenica alle ore 11 e 15,30.

Non è necessaria la prenotazione, e vi posso assicurare che le guide sono preparatissime e molto coinvolgenti. Si nota davvero tanto la loro passione per la storia e l’arte. Ancora grazie a Laura e Massimiliano!

Teatro Anatomico di Modena, Farmacia Storica e Chiesa di Sant’Agostino

Tengo a precisare che tali luoghi sono comunque aperti al pubblico gratuitamente, e possono essere visitati anche senza guida nei seguenti orari:

  • Teatro Anatomico di Modena – venerdì ore 15 – 19,30, sabato e domenica ore 10 – 19,30;
  • Farmacia Storica di Modena – venerdì ore 15 – 19,30, sabato e domenica ore 10 – 19,30;
  • Chiesa di Sant’Agostino a Modena – dal lunedì al venerdì ore 10 – 18, sabato e domenica 10 – 19.30. La messa della domenica si tiene alle ore 11.

Ora vediamo nel dettaglio questi importanti luoghi storici.

Il Teatro Anatomico di Modena

Per la costruzione del Teatro, venne chiamato Antonio Scarpa, allora un giovane, ma già molto stimato chirurgo ventenne. Francesco III d’Este infatti, con la riforma universitaria che aveva varato, voleva arricchire ulteriormente il polo studentesco. Scarpa lavorava a Padova, dove già era presente un teatro anatomico. Era sicuramente la persona giusta.

Nel 1775, dopo un paio d’anni di lavori, fu inaugurato il Teatro Anatomico di Modena, proprio da Antonio Scarpa. Era il 25 gennaio. Ad entrarvi dentro sembra di essere proiettati sul set di uno di quei film ambientati nell’800, dove qualche dottore pazzo insegna ai suoi alunni qualcosa di lugubre. Un’aula un tempo ellittica, con panche in legno tutto intorno, un tavolo di legno centrale su cui appoggiare un corpo senza vita, il tutto finito nei colori bianco e azzurro.

Era così allora ed è così adesso. Poche volte gli ambienti riescono a farmi percepire il passato, ma qui è davvero palpabile.

Per arrivarvi, passerete davanti ad alcune stanze dove sono ancora presenti tavolacci in marmo con scolatoio, su cui venivano appoggiati i cadaveri per essere sezionati e studiati. Macabro? Tanto. Utile? Altrettanto. Modena era all’avanguardia all’ora come oggi, nello studio del corpo umano.

Siamo in attesa della, speriamo imminente, apertura del Museo Anatomico, costruito da Francesco IV togliendo spazio al teatro anatomico, ed anche del Museo di Ostetricia. Quest’ultimo era un vero fiore all’occhiello all’epoca.

Vengono conservate al suo interno splendidi calchi in cera relativi a donne incinte, a feti nel grembo materno ed all’apparato riproduttivo femminile. Al momento è possibile vedere solo alcune fotografie, ma confido fortemente che la Fondazione CR, il comune e tutti coloro che stanno lavorando a questo importante progetto culturale, riescano a portare alla luce queste meraviglie di cui c’è solo da andarne fieri.

La Farmacia Storica

Originariamente era chiamata ‘spezieria’ e risale alla seconda metà del XVIII secolo. Faceva parte del programma di Francesco III d’Este, in linea con le idee illuministe del tempo, che lo portarono a creare anche il ‘Grande Spedale degli Infermi’ e successivamente il Teatro Anatomico di Modena.

E’ originale il soffitto ottocentesco dove, oltre ai medaglioni raffiguranti i grandi scienziati antichi e moderni, troviamo il motto ‘Patet Omnibus’, riferito al fatto che tutti potevano usufruire di assistenza medica gratuita.

Anche le scaffalature sono originali, stavolta del 1700, riportate al loro stadio iniziale grazie ad un ottimo lavoro di recupero. Completa il tutto il blu chiaro dei muri, in contrasto con gli scaffali in legno, su cui un tempo erano posizionati libri, maioliche, mortai ed altri utensili consoni al luogo.

Questa visita non vi porterà via molto tempo, ma rimane una parte importante del progetto del Duca.

La Chiesa di Sant’Agostino a Modena

Fondata nel ‘300 dagli agostiniani, grandi predicatori, si presenta con un’unica navata e senza cappelle laterali. La sua importanza crebbe improvvisamente quando, nel 1659, vi si tennero le esequie di Francesco I d’Este. Essendo la chiesa molto sobria (allora) sia negli esterni che negli interni, venne costruito un apparato effimero (ossia da dis-allestire) di grande impatto per commemorare il famoso duca scomparso. Autore del tutto fu il gesuita Domenico Gamberti.

Precedentemente i funerali dei duchi si tenevano in San Domenico, San Pietro o in Duomo.

La svolta vera e propria però, che porta la chiesa a ciò che è oggi, viene data da Laura Martinozzi, moglie del duca Alfonso IV, successore di Francesco I e prematuramente scomparso nel 1662.

Si decide di trasformare la chiesa in via definitiva e renderla il ‘pantheon’ degli Este, ossia luogo in cui si svolgeranno tutte le cerimonie funebri dei duchi.

I materiali impiegati sono poveri, ma di grande effetto. Attualmente la chiesa è un UNICUM a livello europeo, nel senso che è una delle pochissime il cui apparato effimero è poi diventato definitivo, arrivando fino ai giorni nostri.

Tra le opere che ho maggiormente apprezzato, ci sono gli affreschi sul soffitto, a mio avviso meravigliosi (F.Stringa, O.Dauphin), anche considerando che i legni impiegati sono quelli della canna di bambù, il ‘Compianto su Cristo’ in terracotta del Begarelli e la ‘Madonna della Consolazione’ o ‘Madonna con Bambino’, un frammento d’affresco del XIV secolo, attribuito a Tomaso da Modena.

La chiesa è molto grande ed aveva subito importanti lesioni a causa del terremoto del 2012. E’ stata riaperta al pubblico solo nel 2018. Orgogliosa di avere scoperto un altro pezzo di storia modenese, nonchè luogo di grande bellezza a livello artistico ed architettonico.

Grazie ancora ad AGO Modena, Fabbriche Culturali, un progetto promosso da Fondazione CR Modena, Comune di Modena e UniMORE.

 

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